Franca Pagliarin è una mia carissima amica, già presente ai Corsi Istruttori Ecole de Légèreté in anni passati, sia come uditrice che come partecipante a cavallo. La ricerca del benessere del cavallo, nella gestione quotidiana, così come nell'equitazione che pratica, è indubbiamente una priorità per Franca, che applica i principi della Lègèreté sia nell'insegnamento che nel lavoro del cavallo.
Franca partecipa, essendo Istruttore Federale, a uno dei tanti corsi di aggiornamento indetti dalla Fise, nella regione Lombardia, tenuto da un ex-cavaliere di livello internazionale e tecnico Federale di salto ostacoli, oltre a essere personaggio assai noto nell'ambiente equestre.
Quello che Franca ha visto, sentito e fatto (e anche dovuto fare), nei 10 giorni di corso, ha del grottesco, per non dire dell'incredibile.
Ecco il suo racconto:
"Già l'impatto iniziale non è stato dei migliori. Alla richiesta a ciascun partecipante del Corso di presentarsi, nella riunione preliminare, affermo candidamente di avere come primo obiettivo il benessere del cavallo, e che la gara è in secondo piano nelle mie priorità, affermazione che non mancherà di crearmi seri problemi lungo tutto il periodo del corso. Sul fatto che la mia cavalla fosse sferrata, a domanda precisa circa il perché, rispondo di praticare il barefoot, pratica del tutto sconosciuta al nostro tecnico, che anzi afferma che si vedono in giro "troppe cose strane", e che il suo compito è creare uniformità nella visione dei cavalieri: dunque sarebbe auspicabile che tutti i cavalli fossero ferrati, ma (incredibile ma vero) sarà obbligatorio durante il corso che tutti montino il proprio cavallo con martingala (con forchetta) e speroni!
Dunque inizia il lavoro.
- Riprese solo al trotto e galoppo, senza mai prendere fiato, cavalli continuamente sotto pressione con sgambate e speronate al fine di ottenere quello che il docente pretendeva, e cioè che i cavalli fossero nell'atteggiamento giusto (traduzione: incappucciati), con mani basse e fisse, naturalmente. A tutto ciò alcuni cavalli rispondevano fermandosi e difendendosi, ma per i più riottosi è stata applicata anche una martingala fissa. A una domanda precisa sul fatto se i cavalli possano saltare con una martingala fissa la risposta è stata: "Certo, fino a un metro e cinquanta!"... .
- Il lavoro su due piste inizia con l'appoggiata, che notoriamente è l'ultima cosa da fare quando si chiede al cavallo un movimento laterale.
- Galoppo rovescio (con la flessione all'esterno). Un cavaliere, durante questo esercizio, chiedendo cosa fare con il proprio cavallo che era diventato terribilmente pesante in mano, ottiene come risposta che occorre passare a un'imboccatura più forte. E' passato, dunque, dal filetto alla briglia (morso e filetto) con buona pace del cavallo che avrà senz'altro gradito (quando bastava utilizzare qualche mezza fermata classica, oggetto evidentemente sconosciuto a loro).
- Cambi di galoppo. Come si fa a insegnare al cavallo il cambio? Risposta del docente: non si insegna, i cavalli cambiano naturalmente, quindi basta cambiare flessione, cambiare mano, e il gioco è fatto (quando sappiamo che per eseguire un cambio corretto occorre una preparazione molto precisa... ma questo il tecnico lo ignora). E se il cavallo cambia in ritardo con i posteriori o cambia solo con gli anteriori, nessun problema, si usino gambe più forti. Di fronte a ciò la maggior parte dei cavalli cambiava galoppo in ritardo con i posteriori oppure non cambiavano affatto, scappando, contro la mano, fuori dal controllo.
- Passi indietro. E' successo che qualche cavallo rifiutasse i passi indietro: calci ai nodelli per risolvere la questione.
E' anche successo che il docente montasse la cavalla di un'allieva del corso per "metterla in ordine". Per cui, martingala fissa, speroni con rotella, mani basse. E’ stata una lotta durata più di mezzora. Risultato : cavalla madida di sudore, spellata al costato da entrambe le parti, al punto che il giorno dopo aveva gonfiori ai fianchi.
Il docente si è giustificato dicendo che doveva fare il lavoro di due mesi in 20 minuti.
Il giorno stesso della verifica, che si trattava di un percorso di salto di 1,10 mt., a questa cavalla è stato applicato, oltre alla martingala fissa, il pelham. La cavalla ha svolto il suo percorso, ma praticamente non avanzava più, ogni salto era un'avventura, ho seriamente temuto per la sua incolumità...
Fra l'altro, finito il corso, la cavalla zoppicava ad un posteriore e alla visita dell’osteopata, qualche giorno dopo, è stata riscontrata una vertebra spostata.
A proposito di fianchi spellati e insanguinati: a un allievo del corso, con il cavallo in queste condizioni, per renderlo presentabile per l'esame finale, è stato consigliato di verniciare con colore bianco(essendo il cavallo grigio) le zone interessate...
Alla fine sono stata bocciata. Dunque per il passaggio di livello dovrò ripetere il corso, corso che fra l'altro ha avuto il suo bel costo. Tutto ciò, nonostante che la mia cavalla eseguisse i cambi di galoppo ogni tre tempi, finisse il percorso di salto di 1,10 mt. senza sbavature (complimentata pure dai colleghi) e avessi dovuto indossare degli speroni che di mia iniziativa non avrei mai indossato, che sono stati per me più un fastidio che un vantaggio.
Le motivazioni della bocciatura risiedono nel fatto che, a parere del docente, io gli apparissi una "ippotrasportata", che il merito fosse solo della mia cavalla (cavalla peraltro che ho addestrato io!), e che (tenetevi forte) la mia "non è un'equitazione classica perché non tengo con le mani un contatto forte e perché non ho le gambe serrate"!
E' molto più verosimile che la bocciatura sia stata inflitta a me, come ad altri quattro (su tredici partecipanti), perché non svolgiamo attivamente concorsi ippici. Sembra strano, ma evidentemente per la Fise, se non sei un agonista, ha poco senso che monti a cavallo o insegni equitazione.
Fra l'altro, uno dei topic che si notano sul programma del corso, come da circolare Fise, è l'"etica professionale". Ma se un docente, come in questo caso, di fronte a un esercizio sbagliato ti urla: "Se fossi stata una mia allieva ti butterei fuori dal campo a calci in culo!" oppure fa degli apprezzamenti nei confronti del cavallo di un partecipante, di razza maremmana, dicendo che "sono cavalli da macello", sottolineando pure il fatto che "non bisogna perdere tempo con cavalli non dotati o difficili", mi chiedo io a quale tipo di etica la Fise fa riferimento".
Un racconto amaro, ma che la dice lunga di come l'ambiente equestre stia precipitando verso il basso.
Parafrasando il titolo di un noto libro di Philippe Karl, questa è la deriva, non del dressage moderno, ma dell'equitazione moderna, se è vero che queste cose succedono in un contesto, come in un corso per Istruttori, dove dovrebbero passare, oltre che nozioni tecniche di un certo rilievo, anche messaggi inerenti ai valori dello sport e al rispetto dell'animale cavallo. Invece niente di tutto questo.
Non c'è da meravigliarsi, dunque, se i maneggi, i circoli ippici, i centri equestri (pur con le dovute eccezioni che però, ahimè, confermano la regola), offrono sempre meno ai loro utenti, sia in termini di formazione tecnica, che in termini di attenzione per il benessere del cavallo e per la sua integrità fisica e mentale.
Niente di strano se poi accadono episodi come quello raccontato qualche tempo fa dalla brillante penna di Umberto Martuscelli (vedi "Il segno dei tempi", su questo blog) che vorrei ancora una volta citare: un cavallo, durante un concorso ippico, finisce dentro un ostacolo, cade e si frattura l'osso del collo.
"(...) vedere un cavallo a terra morto perché un salto o un insieme di salti non sono stati affrontati nel modo giusto (giusto per il cavallo e giusto anche per il cavaliere, s’intende: che la scena sopra descritta per un nulla non è terminata con una doppia tragedia… ) è un atto di accusa che si ritorce contro di noi con una violenza perfino superiore a quella che ha spaccato il collo di quel povero animale.
Contro di noi e contro la nostra fretta, contro la nostra smania di accelerare tutto, di far fare cose a chi non è in grado di farle, contro la follia di un sistema che vuole alterare qualunque naturale equilibrio in nome del dio denaro e contro tutti quelli che questo sistema fanno vivere senza scrupoli o forse solo senza coscienza, senza competenza, senza intelligenza, istruttori che non sanno insegnare, genitori che non sanno educare, dirigenti che non sanno dirigere, ragazzi che non sanno pensare, contro tutto questo si è scagliata la violenza della morte di quel povero cavallo (...) "
Senza coscienza, senza competenza, senza intelligenza.
Così è l'equitazione, oggi.
19 commenti:
Purtroppo tutto vero... sarebbe bello che questo racconto fosse la visione distorta da rabbia, invidia ed acrimonia di un escluso , ma a quel corso era presente una persona che conosco ed il racconto è stato identico. .
Ogni anno sempre di più mi chiedo perché continuo a rinnovare la patente e a iscrivere il mio cavallo alla FISE. Una federazione che non forma, non promuove la disciplina equestre e difende solo gli interessi di pochi, a che serve?
Io li ho fatti tutti i corsi per diventare istruttore di secondo livello e situazioni del genere non si sono mai verificate. Ci sarà un motivo??
Confermo.....TUTTO MALEDETTAMENTE ATTUALE , REALE negli ambienti di pratica agonismo!!! Negli ambienti dove i nostri figli vanno ad imparare l'equitazione!
E' normale in quasi tutti gli ambienti fise o altri comunque frequentati da agonisti. Oramai di istruttori veri non se ne trovano , ce ne sono davvero pochissimi! Quando ti sentono parlare di barefoot, leggerezza, niente speroni, niente "gambe addosso" sei immediatamente bollato come cretino, ti senti dare insegnamenti da ragazzine isteriche di 15 anni che credono oramai di sapere già tutto sull'equitazione. Davvero triste! Conosco un istruttore fise di Trieste, lo conosco da quando eravamo ragazzini, ora ha 55 anni , non monta da venti almeno, alcolizzato all'ultimo stadio che un paio di anni fa è andato a Roma per sostenere l'esame di secondo livello. PROMOSSO! Quando gli ho chiesto come era possibile che lo avessero promosso senza salire in sella mi ha guardato, ha sorriso benevolmente come a darmi dell'idiota e mi ha risposto queste testuali parole:- "basta fare una merenda con la persona giusta, un paio di bicchieri ed il gioco è fatto"....Questa è l'equitazione fise!
un cavaliere olimpionico di dressage per verificare la flessibilità del mio cavallo ha attaccato 2 longe al sottopancia poi le ha passate negli anelli del filetto e ognuna passata dietro i posteriori, poi ha iniziato a tirare fino a quando i posteriori hanno raggiunto gli anteriori, infine il cavallo si è rovesciato a terra. fermo per un anno per una contrattura e non dico altro.
Tutto vero.. Con lo stesso cavallo ho fatto tutti i corsi,passandoli con voti discreti,mancava solo piu il corso menzionato qua sopra e il risultato e' quello potete immaginare..danno economico,beffa di dover ripetere e cavallo peggiorato(a dir poco) anziche' essere migliorato dopo il lavoro con questo "docente"!
Le tante anime della federazione... Dove convive il sacro ed il profano. Credo che nessun docente e allievo abbia letto e considerato attentamente il "Progetto formazione ..." aggiornato al 13 settembre 2013.
Ne vogliamo riparlare anche alla luce della "bibliografia di riferimento" ?
Un saluto a tutti.
Puoi essere un po' più chiaro? A quale "Progetto formazione" e "bibliografia di riferimento" ti riferisci? Grazie
Di documenti FISE ovviamente, ecco il rif.
http://www.fise.it/images/Formazione/Progr_tecn_UD_2013_Ed_1sett2013.pdf
La bibliografia è a pag. 30 (l'ultima).
Buone Feste e Buon anno a Te e a tutti gli ospiti del blog.
Grazie della bibliografia. Effettivamente ci sono testi interessanti, che, se fossero letti, specialmente dai docenti, forse queste cose non succederebbero nemmeno. O forse la Fise dovrebbe essere semplicemente più attenta a chi si rivolge, per i corsi di Formazione...
Grazie degli Auguri, che ricambio!
anche io sono istruttore di 3 livello e posso confermare che ho assisitito ad una scena del genere ormai piu' di 20 anni fa ad uno stage di aggiornamento.
pensavo che la fise nel frattempo fosse andata Avanti ma vedo che lo stesso tecnico di 20 anni fa e' stato rispolverato ultimamente.
nel mio caso aveva messo un esercizio sbagliato che ha fermato il cavallo. io accarezzavo il cavallo ad ogni fermata perche' sapevo che non era colpa sua.
Redarguito perche' accarezzavo il cavallo ho risposto che non era colpa sua e che se ritornavo in modo corretto il cavallo avrebbe saltato di nuovo.
Mi sono sentito dire che ero un illuso (per essere diplomatici) che I cavalli non fanno queste distinzioni. Che dovevo punirlo perche anche se fossi tornado in modo a mio avviso corretto il cavallo non avrebbe saltato perche' avevo premiato la fermata.
Sono tornado in modo a mio avviso corretto, il cavallo ha saltato e il colloquio con il docente e' terminato in quell momento per tutta la durata dello stage
... scusate l'intrusione, premetto che condivido tutto, quindi ma non sarebbemeglio fare i nomi?
Il nome del tecnico in questione non è stato fatto perché questa è una denuncia nei confronti di un sistema, non nei confronti di una persona in particolare. L'attenzione è posta sulle vicende che animano numerosi ambienti equestri, vicende spiacevoli che rivelano un modo di pensare generale, non riferito a un singolo individuo.Un modo di pensare e di agire dove diventa vittima chi dovrebbe essere più tutelato, ossia il cavallo.
La Fise raccoglie ciò che semina. Peccato solo che gli unici a patire siano i cavalli... Un giorno in un centro Fise (premetto che il mio cavallo lavora in piano) mio marito stava scaldava il cavallo al passo; faceva delle cessioni in circolo e altri esercizi su due piste , quando l'istruttrice Fise passando di lì si fermò a guardare e sorridendo mi disse :" voi due siete maniacali con sto cavallo...avete tutta una serie di "RITUALI CURIOSI" che mi fanno tenerezza..." ovviamente era sottointeso il suo disprezzo nei confronti dell'equino. Che dire? Nello stesso centro un cavaliere saltatore zoppo dalla nascita e anche un po' logorroico mi dice che per quello che valeva il nostro cavallo noi lo stavamo trattando fin troppo bene. "Visto che non può saltare, a che pro mantenerlo?" mi disse...questa è l'ignoranza dietro al "meraviglioso mondo dei cavalli"
Sul declino della FISE e su corsi inadeguati siamo tutti d'accordo. Chi conosce Franca deve comunque ammettere che i suoi limiti tecnici sono forti, mi spiiace dover dire una cosa così personale, mi scuso dell'anonimo poco elegante. E poi, scusa, ma tenendoci al cavallo, perché continuare il corso fino alla fine? Se non sei d'accordo ne esci SUBITO, non aspetti la fine e la bocciatura, no?
I presunti limiti tecnici di Franca non cambiano la sostanza delle cose. Qui si mette sotto accusa un sistema, un modo di fare, non i criteri di valutazione, che possono essere giusti o sbagliati.
Franca, e non solo lei, partecipa a questi corsi principalmente per il pezzo di carta, non per l'esclusivo desiderio di imparare o di voler migliorare il proprio cavallo... se questo succede, ben venga, ma il più delle volte, al contrario, ci si trova, in questi contesti, a fare quello che non si vorrebbe, come per esempio a scendere a compromessi (anche contro l'interesse del proprio cavallo) pur di arrivare alla fine di un Corso e superarlo.
Ora, occorre capire quanto alto è il prezzo da pagare, per sé e soprattutto per il proprio cavallo.
Io la questione la vedo molto semplice: salutare e abbandonare il corso. Non mi stupisce chi propone questa qualità di corsi in quanto, immagino, nella loro convinzione e quindi coerenti con il loro credo. Mi lascia più perplesso chi indignato vi partecipa.
Credo che agli istruttori che si comportano in questo modo non dovrebbe essere permesso di lavorare!!!
..che tristezza!!!
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