martedì 6 novembre 2018

Sulla direzione

La direzione è uno dei requisiti più importanti, quando si monta a cavallo. Per fare un paragone, possiamo dire che anche in auto, oltre al freno a all'acceleratore, se non c'è anche lo sterzo si va poco lontano.
Se osserviamo un cavallo libero in un prato che trotta o che galoppa, noteremo che la sua incollatura rimane quasi sempre flessa all'esterno della curva che sta percorrendo. Inoltre, quando cambia mano, quando esegue repentini cambi di direzione, l'incollatura stessa rimane dritta o ancora flessa all'esterno. Questo significa che il cavallo in natura non segue il suo naso, ma si muove a destra o a sinistra spostando il peso rispettivamente sulla parte destra o sinistra del suo corpo, e in particolare sulla spalla.
In virtù di questo, ciò che occorre fare, quando ci decidiamo a insegnare a un cavallo ad andare dove vogliamo noi, è controllare il più presto possibile l'equilibrio delle spalle. In realtà, nei primi momenti di lavoro, fin dal lavoro da terra, ciò che insegniamo al cavallo è cedere alle pressioni che impartiamo sulla sua testa: esso impara a seguire la pressione della lunghina, e della longia quando lavoriamo alla corda. Il tutto è facilmente trasferibile nel lavoro in sella; anche quando conduciamo il cavallo con redini collegate alla sua bocca, la redine interna d'apertura è quella che il cavallo segue più naturalmente, assomigliando appunto all'azione della longia da terra.
Ciò che farà veramente la differenza, e ci permetterà di gestire la direzione al 100%, è  il controllo delle spalle, che può avvenire solo quando il cavallo risponderà correttamente alla redine d'appoggio, che avremo già introdotto nel lavoro a mano, e utilizzato in concomitanza con la redine d'apertura opposta nel lavoro in sella.
La redine d'appoggio è usata normalmente nelle monte da lavoro, il cavallo impara a cedere alla pressione della redine sul collo, e questo porta vantaggi a chi ha necessità di guidare il cavallo con una sola mano. E' un aiuto estremamente efficace, poco o per nulla utilizzato, per esempio, in una disciplina come il Dressage, che dovrebbe fare della maneggevolezza dei cavalli uno dei suoi obiettivi principali.


Le mani agiscono sempre andando di lato, mai verso indietro, sia che si usi la redine d'apertura, sia che si usi la redine d'appoggio, sia che si usino entrambe nello stesso momento, come nelle foto.


Mano a mano che il cavallo va a rispondere sempre di più e sempre meglio a questo tipo di aiuto, cioè impara a cedere alla pressione di una redine sul collo, possiamo introdurre le flessioni laterali, appunto: esse ci permetteranno, oltre a creare una fantastica ginnastica per l'allungamento muscolare, di trovare la simmetria, cioè uguali condizioni alle due mani di equilibrio, scioltezza e regolarità nell'andatura.
Oltre a raggiungere una buona maneggevolezza, la redine d'appoggio ci permette, usando una leggera flessione laterale dallo stesso lato, di controllare al meglio l'equilibrio delle spalle, cioè di spostare più o meno peso su una spalla o sull'altra al fine di compensare quella tendenza tipica di tutti i cavalli, asimmetrici dalla nascita, di sovraccaricare maggiormente una delle due spalle,
La flessione laterale eseguita in un circolo, per esempio, ci permette di evitare il sovraccarico sulla spalla interna qualora il cavallo avesse la tendenza a cadere di spalla e, all'altra mano, una controflessione (flessione contraria) ci aiuta a evitare che il cavallo scappi verso l'esterno del circolo; il tutto con la redine d'appoggio che agisce sempre dalla parte dove è flesso il cavallo.
Lavorando in controflessione, attraverso appositi esercizi, andiamo letteralmente a riequilibrare le spalle del cavallo, e quindi a riportare le spalle in asse con le anche, e quindi a renderlo simmetrico: un processo che può durare da poche settimane, se il lavoro è ben condotto, a diversi mesi, nel caso di cavalli particolarmente problematici.

La redine d'appoggio sinistra è assistita da una redine d'apertura destra.
Immagine tratta da "Derive del Dressage moderno" di Philippe Karl (ed. Equitare)
Il bello di tutto questo è che noi possiamo, senza alcuna incomprensione da parte del cavallo, utilizzare le mani per controllare tutta la parte anteriore del cavallo, cioè le spalle e l'incollatura, senza avere bisogno di assistenza da parte delle gambe, che a questo livello di lavoro hanno l'unico compito di chiedere al cavallo di andare in avanti ... e solo quello! Il peso del corpo, dal canto suo, si accorda con il movimento del cavallo portandosi dove il cavallo sta andando: peso a destra se il cavallo va a destra, peso a sinistra se il cavallo va a sinistra.
Quindi, per esempio, aiutarsi con la gamba interna in una curva dove il cavallo cade di spalla, non ha senso, così come non lo ha usarla per fare entrare il cavallo nell'angolo. La gamba isolata ci servirà un giorno per muovere e controllare le anche del cavallo, e per fare questo avremo bisogno di insegnargli il significato esatto della gamba stessa. Se la utilizziamo per impedire al cavallo di tagliare una curva quando nemmeno ne conosce il significato, la gamba interna non farà che peggiorare la situazione, e il cavallo, opponendosi a questa, esaspererà la tendenza a tagliare.
Inoltre, usando le gambe per così tante cose (riequilibrare il cavallo in curva, dare la direzione, per non parlare di chi la usa anche per flettere il costato e l'incollatura, ecc.), rendiamo davvero il cavallo insensibile alle gambe stesse: non c'è da meravigliarsi di vedere in giro così tanti cavalli sordi alle gambe, che non hanno nessuna idea di portarsi in avanti, con cavalieri che usano continuamente gambe e quindi necessitano continuamente di speroni!

Se deleghiamo alle mani il compito di controllare il treno anteriore (spalle, incollatura, testa, bocca), e alle gambe quello di controllare il treno posteriore (gamba isolata che muove le anche di lato, necessaria nel lavoro su due piste), oltre a occuparsi del movimento in avanti, avremo dato al cavallo la possibilità di comprendere al meglio gli aiuti senza alcun tipo di fraintendimento.
Se della direzione, dunque, se ne occupano solo le mani, con un unico supporto da parte dell'assetto, e risparmiamo in questo l'utilizzo delle gambe, il cavallo ce ne sarà grato.

martedì 18 settembre 2018

Eventi: a Roma la Scienza dell'Equitazione



Dal 21 al 24 settembre avrò il piacere di assistere, a Roma, ad una Conferenza organizzata dall'ISES (International Society for Equitation Science), una Società Internazionale che ha come obiettivi principali quelli di "facilitare la ricerca nell'addestramento dei cavalli per accrescere il loro benessere e migliorare la relazione con il cavaliere".
I temi della Conferenza vertono su tutto ciò che riguarda il miglioramento del benessere del cavallo, dal buon addestramento al corretto comportamento, dalla migliore nutrizione al mantenimento del suo stato di salute, con particolare attenzione allo stato mentale.
Diversi i relatori impegnati, fra cui il Prof. Paolo Baragli, autore (insieme a Marco Pagliai) del noto libro "Cavalli allo specchio" (Ed. Pisa University Press), il Dott. Angelo Telatin, specializzato nella applicazione della psicologia dell'apprendimento all'addestramento dei cavalli, la Dott.ssa Emanuela Valle, Professoressa all'Università di Torino ed esperta in nutrizione equina, e soprattutto il Dott. Andrew Mclean, etologo di fama mondiale e uno dei più grandi esperti nell'addestramento del cavallo in ambito accademico.
Lunedì ci sarà una presentazione pratica della Teoria dell'Apprendimento nell'addestramento del cavallo, dove figurano il già citato Telatin e Marco Pagliai di "Addestramento Etologico".

Davvero un evento tutto da vivere!

Link utili: ISES  Conferenza

giovedì 7 giugno 2018

Video sul lavoro alla corda

Un paio di video interessanti sul lavoro alla corda e le sue applicazioni, che ha realizzato la collega tedesca Melanie Buhlmann, ora docente nei corsi dell' Ecole de Légéreté in Australia.
Buona visione!





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