Ho già avuto modo di descrivere, nel
post “La cessione della mascella”, i meccanismi attraverso
i quali, determinando un movimento della mascella inferiore (la
mandibola), il muscolo mascellare, il massetere, si scioglie,
si decontrae. La decontrazione del massetere, ma anche del muscolo
occipitale (relativo alla testa) e di alcuni muscoli che
controllano la nuca, determina per induzione, per contagio, un
rilassamento anche dei muscoli dell’incollatura e delle
spalle.
Quando il cavallo non vuole flettere,
per esempio, a destra, non è perché è rigido da quella parte (lo
stesso cavallo poco prima magari si era grattato il fianco destro con
la bocca), ma perché si contrae, e in particolare contrae i
muscoli della parte sinistra dell’incollatura (sia elevatori che
abbassatori, come vedremo). La mobilizzazione della bocca provoca la
decontrazione dei muscoli masticatori e rende, conseguentemente,
cedevole l’incollatura stessa.
Ecco perché è importante partire
dalla bocca, perché è da lì che si può sbloccare l’intera
muscolatura del cavallo, è lì che abbiamo la chiave per aprire la
porta.
A tal proposito mi piace riportare un
passo tratto da "Derives du
Dressage Moderne" di P. Karl (ed. Belin, 2006):"Una
metafora (già impiegata da Dominique Ollivier)...: la testa e
l'incollatura sono la "porta" per la quale si prende
possesso della "casa" cavallo. La bocca è la fragile
"serratura" di questa "porta"...e la cessione
della mascella ne è la "chiave".
Attraverso la messa in mano, e in
particolare la cessione della mascella, noi possiamo entrare
nella...casa-cavallo senza abbattere a spallate la suddetta "porta",
cosa che invece accade assai di frequente nell’equitazione attuale:
si pensi all’uso indiscriminato di redini ausiliarie, chiudibocca
serrati e imboccature forti. La messa in mano classica, ben studiata
e applicata, al contrario, ci permette di entrare nella “casa”
cavallo con discrezione e con la certezza di essere ricevuti come
ospiti ben graditi.
I muscoli dell’incollatura si
dividono in due grandi gruppi: muscoli elevatori, che servono
a rilevare l’incollatura stessa, situati nella parte superiore, e
muscoli abbassatori, che servono ad abbassarla, appunto,
situati nella parte inferiore.
La flessione laterale dell’incollatura
determina l’allungamento di entrambi i fasci muscolari
perché quando fletto, per esempio, a destra, sia gli elevatori che
gli abbassatori della parte sinistra si allungano. Questo non succede
quando invece, per esempio, chiedo direttamente una flessione della
nuca (ancor più se essa è esagerata, e allora parliamo di
iperflessione o incappucciamento), perché in questo caso i
brachio-cefalici, cioè gli abbassatori, posti inferiormente,
rimangono contratti da entrambi i lati.
Flettendo sia a destra che a sinistra
posso alternativamente allungare i muscoli superiori ed inferiori
delle due parti, determinando quello stretching che influirà
positivamente anche sulla muscolatura del tronco, oltre a
interessare il rachide e le articolazioni.
Lo studio delle flessioni laterali
inizia da terra, e poi si trasferisce in sella. Il tutto si fa
all’inizio a cavallo fermo, perché è la situazione migliore, dove
il cavallo è più calmo e può concentrarsi sulle nostre richieste.
Da terra. Ci si posiziona di
fianco al cavallo, all’altezza del’incollatura. Si procede
inizialmente flettendo l’incollatura verso l’esterno, cioè se ci
troviamo a sinistra del cavallo chiediamo la flessione a destra,
perché questo ci permette di usare anche la pressione della mano che
spinge letteralmente la testa del cavallo lontano da noi. Si esegue
l’esercizio da tutte e due i lati.
|
Flessione verso l'esterno |
Successivamente si chiede la flessione
verso di noi, cioè se siamo alla sinistra del cavallo, flettiamo
l’incollatura a sinistra. Ora avremo l’accortezza di agire sul
filetto verso l’alto, cioè sulla commessura labiale,
proprio per evitare di agire sulla lingua, perché questo
provocherebbe dolore, contrazione e opposizione alla richiesta.
Intanto la redine esterna rimane tesa, e questo è un
particolare importante, perché la tensione della redine esterna
significa che il cavallo imparerà progressivamente a tenderla da
solo, nel corso del lavoro, cosa che ci faciliterà enormemente la
vita in futuro, su altre questioni. Anche qui si procede da entrambi
i lati.
|
Flessione verso l'interno |
In sella: La flessione laterale
dell’incollatura, dalla sella, si ottiene alzando la mano interna,
per non offendere la lingua (vedi “La cessione della mascella”),
e, una volta ottenuto il risultato, occorre eseguire una discesa
di mano, che è anche una sorta di ricompensa (che il cavallo
percepisce come tale). Essa è immediatamente successiva, in
generale, all’ottenimento di una posizione corretta della testa del
cavallo, e si usa, per esempio, anche dopo aver chiesto una mezza
fermata: azione delle due mani verso l’alto per alleggerire il
cavallo alla mano, alla quale segue appunto la discesa di mano.
|
Flessione laterale dalla sella:step 1 |
|
Flessione laterale dalla sella: step 2 |
|
Flessione laterale dalla sella: step 3 |
|
Flessione laterale dalla sella: step 4 |
Mi preme sottolineare come, una volta
in sella, è assolutamente opportuno evitare di usare le gambe, in
questo procedimento. La gamba interna, in particolare, non gioca
nessun ruolo per aiutare la flessione laterale dell’incollatura: è
una questione di mani, e solo di mani.
Il procedimento, apparentemente
semplice, si rivela in realtà, all’atto pratico, abbastanza ostico
se, sia il cavallo che il cavaliere, non hanno nessun tipo di
esperienza su questo aspetto del lavoro. Occorre quindi essere molto
precisi e non scoraggiarsi alle prime difficoltà.
Successivamente, si potranno chiedere
al cavallo le flessioni anche in movimento, prima da terra e
poi dalla sella, iniziando dal passo, per continuare al trotto,
chiedendole inizialmente sulla linea dritta (con la redine esterna
che si occupa della direzione) e poi nel circolo. Va sottolineato
però che, andando avanti nel lavoro, le cose potrebbero complicarsi,
quindi non bisogna dimenticare di non passare alla tappa successiva,
prima di aver confermato quella precedente. In sostanza, se le
flessioni da fermo non sono ben comprese, si possono incontrare
problemi proponendole al cavallo al passo, e ancora di più al
trotto. Per lo stesso motivo, se ci sono delle difficoltà, per
esempio al trotto, è opportuno ripeterle al passo e, se occorre,
anche tornare a chiederle da fermo.
Le flessioni laterali costituiscono una
tappa fondamentale nell’addestramento del cavallo e, se si vuole
intraprendere una ginnastica efficace per lui, non se ne può fare a
meno, qualsiasi sia la tipologia del cavallo e la sua età. Esse
diventano decisive, fra l’altro, nel conseguire l’estensione
dell’incollatura con cavalli che sono per loro natura ostici a
offrirla. In qualche caso, però, occorre iniziare il loro studio
solo quando esistono certe condizioni, altrimenti si otterrà un
cavallo che rifiuta la mano e non vuole avanzare: è il caso , per
esempio, dei cavalli che non tendono affatto le redini, oppure di
quelli che hanno imparato a incappucciarsi alla minima richiesta
della mano, o anche di coloro che sono invece molto pesanti alla mano
e hanno bisogno prima di essere alleggeriti.
Ultima cosa da rilevare è che,: quando
le flessioni laterali risultano facili a tutte le andature, si può
cominciare in modo sistematico il lavoro su due piste (spalla
in dentro, travers, renvers, appoggiata), con tutti gli effetti
positivi sul benessere fisico e sulla biomeccanica del cavallo che
esso comporta.
Nessun commento:
Posta un commento