venerdì 22 gennaio 2016

La flessione laterale


Ho già avuto modo di descrivere, nel post “La cessione della mascella”, i meccanismi attraverso i quali, determinando un movimento della mascella inferiore (la mandibola), il muscolo mascellare, il massetere, si scioglie, si decontrae. La decontrazione del massetere, ma anche del muscolo occipitale (relativo alla testa) e di alcuni muscoli che controllano la nuca, determina per induzione, per contagio, un rilassamento anche dei muscoli dell’incollatura e delle spalle.
Quando il cavallo non vuole flettere, per esempio, a destra, non è perché è rigido da quella parte (lo stesso cavallo poco prima magari si era grattato il fianco destro con la bocca), ma perché si contrae, e in particolare contrae i muscoli della parte sinistra dell’incollatura (sia elevatori che abbassatori, come vedremo). La mobilizzazione della bocca provoca la decontrazione dei muscoli masticatori e rende, conseguentemente, cedevole l’incollatura stessa.
Ecco perché è importante partire dalla bocca, perché è da lì che si può sbloccare l’intera muscolatura del cavallo, è lì che abbiamo la chiave per aprire la porta.
A tal proposito mi piace riportare un passo tratto da "Derives du Dressage Moderne" di P. Karl (ed. Belin, 2006):"Una metafora (già impiegata da Dominique Ollivier)...: la testa e l'incollatura sono la "porta" per la quale si prende possesso della "casa" cavallo. La bocca è la fragile "serratura" di questa "porta"...e la cessione della mascella ne è la "chiave".
Attraverso la messa in mano, e in particolare la cessione della mascella, noi possiamo entrare nella...casa-cavallo senza abbattere a spallate la suddetta "porta", cosa che invece accade assai di frequente nell’equitazione attuale: si pensi all’uso indiscriminato di redini ausiliarie, chiudibocca serrati e imboccature forti. La messa in mano classica, ben studiata e applicata, al contrario, ci permette di entrare nella “casa” cavallo con discrezione e con la certezza di essere ricevuti come ospiti ben graditi.
I muscoli dell’incollatura si dividono in due grandi gruppi: muscoli elevatori, che servono a rilevare l’incollatura stessa, situati nella parte superiore, e muscoli abbassatori, che servono ad abbassarla, appunto, situati nella parte inferiore.
La flessione laterale dell’incollatura determina l’allungamento di entrambi i fasci muscolari perché quando fletto, per esempio, a destra, sia gli elevatori che gli abbassatori della parte sinistra si allungano. Questo non succede quando invece, per esempio, chiedo direttamente una flessione della nuca (ancor più se essa è esagerata, e allora parliamo di iperflessione o incappucciamento), perché in questo caso i brachio-cefalici, cioè gli abbassatori, posti inferiormente, rimangono contratti da entrambi i lati.
Flettendo sia a destra che a sinistra posso alternativamente allungare i muscoli superiori ed inferiori delle due parti, determinando quello stretching che influirà positivamente anche sulla muscolatura del tronco, oltre a interessare il rachide e le articolazioni.
Lo studio delle flessioni laterali inizia da terra, e poi si trasferisce in sella. Il tutto si fa all’inizio a cavallo fermo, perché è la situazione migliore, dove il cavallo è più calmo e può concentrarsi sulle nostre richieste.
Da terra. Ci si posiziona di fianco al cavallo, all’altezza del’incollatura. Si procede inizialmente flettendo l’incollatura verso l’esterno, cioè se ci troviamo a sinistra del cavallo chiediamo la flessione a destra, perché questo ci permette di usare anche la pressione della mano che spinge letteralmente la testa del cavallo lontano da noi. Si esegue l’esercizio da tutte e due i lati.
Flessione verso l'esterno
Successivamente si chiede la flessione verso di noi, cioè se siamo alla sinistra del cavallo, flettiamo l’incollatura a sinistra. Ora avremo l’accortezza di agire sul filetto verso l’alto, cioè sulla commessura labiale, proprio per evitare di agire sulla lingua, perché questo provocherebbe dolore, contrazione e opposizione alla richiesta. Intanto la redine esterna rimane tesa, e questo è un particolare importante, perché la tensione della redine esterna significa che il cavallo imparerà progressivamente a tenderla da solo, nel corso del lavoro, cosa che ci faciliterà enormemente la vita in futuro, su altre questioni. Anche qui si procede da entrambi i lati.
Flessione verso l'interno
In sella: La flessione laterale dell’incollatura, dalla sella, si ottiene alzando la mano interna, per non offendere la lingua (vedi “La cessione della mascella”), e, una volta ottenuto il risultato, occorre eseguire una discesa di mano, che è anche una sorta di ricompensa (che il cavallo percepisce come tale). Essa è immediatamente successiva, in generale, all’ottenimento di una posizione corretta della testa del cavallo, e si usa, per esempio, anche dopo aver chiesto una mezza fermata: azione delle due mani verso l’alto per alleggerire il cavallo alla mano, alla quale segue appunto la discesa di mano.

Flessione laterale dalla sella:step 1
Flessione laterale dalla sella: step 2
Flessione laterale dalla sella: step 3
Flessione laterale dalla sella: step 4
Mi preme sottolineare come, una volta in sella, è assolutamente opportuno evitare di usare le gambe, in questo procedimento. La gamba interna, in particolare, non gioca nessun ruolo per aiutare la flessione laterale dell’incollatura: è una questione di mani, e solo di mani.
Il procedimento, apparentemente semplice, si rivela in realtà, all’atto pratico, abbastanza ostico se, sia il cavallo che il cavaliere, non hanno nessun tipo di esperienza su questo aspetto del lavoro. Occorre quindi essere molto precisi e non scoraggiarsi alle prime difficoltà.
Successivamente, si potranno chiedere al cavallo le flessioni anche in movimento, prima da terra e poi dalla sella, iniziando dal passo, per continuare al trotto, chiedendole inizialmente sulla linea dritta (con la redine esterna che si occupa della direzione) e poi nel circolo. Va sottolineato però che, andando avanti nel lavoro, le cose potrebbero complicarsi, quindi non bisogna dimenticare di non passare alla tappa successiva, prima di aver confermato quella precedente. In sostanza, se le flessioni da fermo non sono ben comprese, si possono incontrare problemi proponendole al cavallo al passo, e ancora di più al trotto. Per lo stesso motivo, se ci sono delle difficoltà, per esempio al trotto, è opportuno ripeterle al passo e, se occorre, anche tornare a chiederle da fermo.
Le flessioni laterali costituiscono una tappa fondamentale nell’addestramento del cavallo e, se si vuole intraprendere una ginnastica efficace per lui, non se ne può fare a meno, qualsiasi sia la tipologia del cavallo e la sua età. Esse diventano decisive, fra l’altro, nel conseguire l’estensione dell’incollatura con cavalli che sono per loro natura ostici a offrirla. In qualche caso, però, occorre iniziare il loro studio solo quando esistono certe condizioni, altrimenti si otterrà un cavallo che rifiuta la mano e non vuole avanzare: è il caso , per esempio, dei cavalli che non tendono affatto le redini, oppure di quelli che hanno imparato a incappucciarsi alla minima richiesta della mano, o anche di coloro che sono invece molto pesanti alla mano e hanno bisogno prima di essere alleggeriti.
Ultima cosa da rilevare è che,: quando le flessioni laterali risultano facili a tutte le andature, si può cominciare in modo sistematico il lavoro su due piste (spalla in dentro, travers, renvers, appoggiata), con tutti gli effetti positivi sul benessere fisico e sulla biomeccanica del cavallo che esso comporta.

Nessun commento:

Related Posts with Thumbnails