mercoledì 31 marzo 2010

Doping


Sulla rivista "Cavalli e Cavalieri" del mese di agosto 2009 è apparso, nelle ultime pagine, un articoletto striminzito che denuncia la sospensione dell'amazzone Isabell Werth, nota campionessa di dressage, per doping del suo cavallo (Fluphenazina, un calmante).

La rivista precisa che "un altro macigno si abbatte sull'equitazione tedesca in questo momento già difficile. L'intero movimento del dressage tedesco è sotto shock".

Stiamo parlando di un fatto grave, di un intero movimento che è sotto shock, e la rivista in questione mette la notizia a pag. 119, con poche righe a liquidare la faccenda.
La cosa più giusta sarebbe stata quella di dedicare alla cosa un servizio di alcune pagine da mettere all'inizio del giornale, e magari sbattere in copertina la notizia stessa.
Invece la cosa passerà più o meno inosservata e tutto finirà nel dimenticatoio.

Come sono finiti nel dimenticatoio, per esempio, i fatti di Pechino dove nel salto ostacoli sono stati squalificati diversi cavalieri per trattamenti illeciti ai propri cavalli, uno dei quali è Rodrigo Pessoa, già osannato ultimamente a Piazza di Siena per la sua vittoria nel Gran Premio.

La FEI fa poco o nulla per arginare la piaga del doping, ma anche i mezzi di informazione minimizzano la faccenda, banalizzando queste situazioni, perché se un ambiente perde credibilità a rimetterci sono anche le riviste di settore, evidentemente.

Tornando alla Werth, non è l'unica che somministra calmanti al proprio cavallo, lei rappresenta solo la punta di un iceberg di un mondo nel quale là dove non arriva l'addestramento può la farmacologia.

In generale, quando si somministra un calmante al proprio cavallo, si suggella il fallimento del proprio addestramento.

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