sabato 25 settembre 2010

Il club delle mani alte

Molta gente è convinta che la Scuola della Leggerezza si identifichi nell’uso delle mani alte, come se questa fosse l’unica cosa che la differenzi dall’equitazione tradizionale, moderna, attuale. Molti sono anche convinti che il cavaliere della SdL passi il suo tempo in sella a tenere le mani alte sventolandole da tutte le parti.


Vediamo le differenze, in merito agli aspetti tecnici più evidenti e significativi, che ci sono fra l’equitazione attuale, moderna, come è conosciuta da tutti (A), e l’equitazione classica così come è concepita dalla Scuola della Leggerezza di Philippe Karl (B).

Le mani:

A) Devono rimanere basse, fisse e vicine fra di loro;
B) Sono separate fra di loro tanto quanto lo sono i gomiti e all’occorrenza si alzano per chiedere una flessione, una mezza fermata, ecc. ;

Le gambe:

A) Devono essere sempre attive per mantenere l’impulso e attivare i posteriori;
B) Con il cavallo in movimento devono rimanere tranquille, usando la frusta per richiamare il cavallo ad avanzare quando esso rallenta;

L’assetto (o peso del corpo):

A) Deve andare dove è piegato il cavallo, ad esempio nella spalla in dentro sulla pista il peso è all’interno;
B) Deve andare dove il cavallo va, ad esempio nella spalla in dentro sulla pista il peso è all’esterno;

Se il cavallo non avanza:

A) Bisogna usare le gambe più forti e eventualmente utilizzare gli speroni;
B) Bisogna aiutarsi con la frusta e dare la “lezione alla gamba”;

Si rallenta e si ferma il cavallo:

A) Con le gambe attive e la mano bassa che resiste e si oppone;
B) Solo con le mani, verso l’alto, eventualmente rilevando l’incollatura (cambio di equilibrio) ;

Per girare si utilizzano:

A) La gamba interna alla cinghia che agisce, la gamba esterna arretrata, la mano interna tira indietro dolcemente, la mano esterna cede;
B) la redine interna d’apertura e esterna d’appoggio, niente gambe;

I passi indietro si fanno:

A) Agendo con le gambe leggermente arretrate che spingono su una mano bassa e attiva che induce il cavallo, non potendo avanzare, ad arretrare;
B) Con le gambe leggermente arretrate che non agiscono (codice)e le mani verso l’alto che invitano il cavallo ad arretrare, eventualmente rilevando l’incollatura;

La mezza fermata si ottiene:

A) Con un’azione simultanea di mani, gambe e assetto;
B) Solo con le mani , verso l’alto;

La flessione laterale dell’incollatura si ottiene:

A) Con la gamba interna che piega il costato del cavallo (e di conseguenza anche l’incollatura si piega) e la gamba esterna che controlla il posteriore, con una mano interna attiva e una redine esterna che controlla il piego;
B) Solo con la mano interna che agisce verso l’alto e l’esterna che resiste (niente gambe);

La messa in mano:

A) Giunge quando il cavallo,sollecitato con le gambe a portare i posteriori sotto la massa, si rileva col treno anteriore,e l’impulso che passa attraverso il dorso arriva alla mano bassa e fissa, che lo riceve;
B) È un procedimento che riguarda unicamente le mani, che agiscono verso l’alto (e mai da davanti a indietro) e parte dalla decontrazione della bocca e dalle flessioni laterali;

La riunione si ottiene:

A) Spingendo il cavallo da dietro in avanti con gambe attive su mani basse e ferme che resistono e impediscono al cavallo di avanzare;
B) Attraverso una ginnastica che comincia con la spalla in dentro e tutto il lavoro su due piste, i passi indietro, le transizioni elementari e poi quelle più complesse.

La lista non è esaustiva, ma è già sufficiente a comprendere quanto siano distanti l’equitazione insegnata in tutto il mondo, secondo le regole Fei e secondo gli Istruttori Federali che si trovano nei centri ippici di tutta Italia, e l’equitazione che fa capo alla Scuola della Leggerezza.

Quindi, se è vero che La Scuola della Leggerezza "non è il club delle mani alte”, come ho sentito ironicamente puntualizzare dallo stesso Karl ad uno dei suoi stage, è anche vero che non si tratta di un metodo da applicare una tantum o da praticare a seconda del cavallo che si monta, ma una vera e propria “filosofia che raggruppa concetti equestri chiari, efficaci e misurabili, che esclude il ricorso alla forza o ad artifici coercitivi,ma non scarta alcun tipo di cavallo si interessa a tutte le discipline equestri. Questa scuola si basa su una conoscenza approfondita del cavallo, si rimette in questione e si affina con i progressi in ogni campo (anatomia, fisiologia, locomozione, equilibrio, psicologia, etologia). Infine ha per obiettivo la valorizzazione del cavallo e il miglioramento del cavaliere, con una costante ricerca dell’efficacia nell’economia dei mezzi” (“Dérives du dressage moderne” ,P. Karl, ed. Belin, 2006)

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