giovedì 11 agosto 2011

Lo scandalo di Lexington

Campionati del Mondo di Lexington, nel Dressage Adelinde Cornelissen, durante il Grand Prix valevole per la gara a squadre, si presenta in rettangolo con il suo Parzival. Ecco una cronaca dell'evento:

"...disavventura capitata ad Adelinde Cornelissen: durante la sua ripresa l’amazzone olandese è stata fermata dalla giuria e quindi eliminata quando il suo cavallo Jerich Parzival ha cominciato a sanguinare dalla bocca.
In realtà nulla di grave: “Il cavallo si è semplicemente morso la lingua”, ha spiegato poi Adelinde Cornelissen, “e ha smesso di sanguinare già sulla via della scuderia. Sono molto dispiaciuta ovviamente, ma allo stesso tempo felice che nulla di grave sia accaduto a Parzival.
Diciamo però che nella mia vita ho vissuto giorni migliori!”, ha chiuso l’olandese dando prova di grande sportività e senso dell’umorismo. Stephen Clarke, presidente della giuria, ha detto: “Probabilmente il peggior momento della mia carriera di giudice. Ero così sconvolto dopo aver dovuto prendere una decisione del genere che ho pensato di avere un secondo infarto”, ha scherzato il britannico riferendosi a sua volta con grande senso dell’humour all’attacco di cuore – vero – di cui rimase vittima qualche tempo fa.
“Adelinde Cornelissen è stata meravigliosa, si è comportata da vera professionista”, ha continuato Clarke, “nonostante una cosa del genere si sia presentata come una specie di devastante fulmine a ciel sereno”. Wojtek Markowski, polacco, delegato tecnico della Fei, ha spiegato: “La regola è chiara, ed è stata scritta e stabilita per garantire il benessere dei cavalli: il sanguinamento dalla bocca, per qualunque ragione e in qualunque misura, determina l’eliminazione”. Quindi tutto il peso del mondiale a quel punto è finito sule spalle del secondo binomio olandese della giornata: Edward Gal e Totilas..."

E' passato quasi un anno da questo evento, ma vorrei fare delle considerazioni che ritengo ancora attuali.

Un cavallo che sanguina dalla bocca non è così normale come le cronache (come quella di cui sopra) vogliono farci immaginare. Non ho mai visto un cavallo che si morsica la lingua fino a farla sanguinare...in natura, nei giochi coi compagni ,quando mangia, anche quando ha una discussione con un suo simile questo non succede mai. Nemmeno quando è montato succede, ma qui subentrano ben altri meccanismi. L'imboccatura appoggia sulla lingua, e la quasi totalità dei problemi che i cavalli hanno con le mani del cavaliere dipende da questo apparentemente insignificante particolare: tutti si preoccupano di non offendere le barre, quando è invece della lingua che bisogna preoccuparsi. Organo molto innervato e vascolarizzato, quando la mano del cavaliere agisce andando da avanti a indietro, o semplicemente resistendo con un contatto duro, per il cavallo sono dolori, e grossi. Lui non urla, non guaisce, non impreca, al massimo serra la bocca, e questo sembra anche una buona cosa, ma in verità oltre il 90 % delle difese del cavallo deriva proprio dal dolore generato dall'imboccatura sulla lingua.

Quando questo tirare sulla bocca e sulla lingua diventa sistematico, metodico, continuo, ossessivo e terribilmente duro ecco che si arriva all'inimmaginabile. Dopo lo scandalo delle "lingue blu" di qualche anno fa, a causa di alcuni video apparsi su You Tube che destarono sensazione, tanto da provocare l'indignazione di una buona parte del pubblico del Dressage internazionale, ecco in diretta mondiale uno scandalo peggiore, che si è tentato subito di minimizzare, di banalizzare, al punto da inventare la barzelletta del cavallo che si morde accidentalmente la lingua.
In effetti di scandalo non è sembrato trattarsi, i media sull'argomento hanno glissato parecchio pur non potendo non raccontare il fatto ma, ingenuamente o subdolamente, non si è portata l'attenzione sulla cosa più evidente di tutta questa faccenda, e cioè che la Cornelissen ha esagerato in campo prova ed è riuscita a spaccare la lingua di quel povero cavallo, quand'anche non l'avesse fatto nei giorni precedenti. Incappucciamento sistematico, tensione prolungata di morso e filetto, seghettamenti vari, redini fisse alla corda o nel box, e il gioco è fatto.
Un fatto che in certi ambienti della monta western, oppure della cosiddetta Alta Scuola Spagnola, si verifica spesso. Alcuni quarter horse "addestrati" con sistemi poco ortodossi e certi andalusi che vengono dalla Spagna (e non solo) presentano tagli terribili sulla lingua, quando non addirittura la lingua mozzata...
Il Dressage dovrebbe essere la specialità per eccellenza che, preservando i princìpi classici equestri, dovrebbe preservare anche la salute e il benessere dei cavalli, e quindi anche queste cose (si veda l'"Happy Horse" della Fei). Chiedere a Parzival a questo proposito. Ovviamente, si tratta della fiera dell'ipocrisia.

Ma non è finita qui. Recentemente la Commissione Fei del Dressage sta approvando, se già non l'ha fatto, una variazione al Regolamento secondo la quale, se il Presidente di Giuria dovesse ravvisare la presenza di sangue in bocca al cavallo, come appunto è successo a Lexington, all'ingresso in campo gara, in realtà non si tratta più di squalifica, ma si rimanda il cavallo in campo prova e, dopo accurata visita veterinaria, se il veterinario dà l'ok, questo può tornare in campo gara come se nulla fosse successo.
Vergogna!

In effetti al signor Stephen Clarke stava venendo un secondo infarto non perchè ha visto del sangue, cosa che sarebbe umanamente comprensibile per chi ha a cuore la salute del cavallo, ma perchè è stato costretto a squalificare una concorrente che a tavolino probabilmente avevano già deciso che sarebbe salita sul podio!
Avesse potuto fare finta di niente lo avrebbe fatto, così come fanno normalmente i Giudici quando vedono in rettangolo cavalli incappucciati, tirati in bocca, spolpati ai fianchi dagli speroni, che fanno passo ambiando e piaffer sulle spalle, e nonostante ciò continuano a dare gli otto e i nove.

Il Dressage moderno sta tentando di salvare la faccia e di rifarsi il trucco con fenomeni mediatici come Totilas, un cavallo, anche lui vittima del sistema, che è servito per ridare slancio e credibilità a una disciplina che non ne ha più.
Ma finchè accadono questi episodi c'è poca speranza.

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