lunedì 9 aprile 2012

L'impulso

Quante volte si sente dire di un cavallo che non ha impulso, che è troppo "indietro", che avrebbe delle qualità ma è continuamente da spingere... Un cavallo così non se lo augura nessuno e, vista la fatica che fai, ti passa la voglia di montarlo.

Ma, fortunatamente, l'impulso non è una qualità innata del cavallo. L'impulso si può creare. Di partenza il cavallo può essere più o meno generoso, più o meno pigro, più o meno freddo, ma a qualsiasi cavallo si può insegnare l'impulso, e tutto dipende dal cavaliere, dal corretto uso che fa degli aiuti.

L'impulso è un fattore primario di leggerezza e, insieme alla leggerezza alla mano e alla decontrazione della mascella, è la prima cosa da ottenere dal cavallo. Esso si traduce nella leggerezza alle gambe, ossia nella risposta immediata e senza esitazioni in avanti del cavallo alla richiesta (dolce) delle gambe. Con un adeguata "lezione alla gamba" è possibile determinare nel cavallo questa risposta, anche nel cavallo più sordo alle gambe. E' necessario, in questo caso, l'uso della frusta, che è il mezzo più naturale ed efficace per spiegare al cavallo il significato propulsivo delle gambe. La frusta, per inciso, non ha niente di sconveniente in sè, qualsiasi cavallo l'accetta senza problemi; il problema è l'uso che se ne fa, e per creare impulso è necessario un uso intelligente di essa.

Tutto questo è in contrasto con quello che si pensa normalmente: se ho un cavallo che non avanza, più che mettere gli speroni e dare gambe non posso fare. Si pensa alla frusta come all'ultima spiaggia. Quando non c'è più nulla che funziona si ricorre ad essa. Al contrario, fermo restando che, se ben spiegata e avendo precedentemente ben desensibilizzato un cavallo alla frusta, questa è  il primo vero valido aiuto, c'è da sottolineare come gli speroni non hanno nella realtà quell'effetto sul cavallo che si desidererebbe avessero. Ecco quello che spiega Philippe Karl al proposito:

" Generalmente la gente usa gli speroni quando il cavallo non è reattivo, non è obbediente alle gambe. Nella maggior parte dei casi questo è un errore perché la risposta naturale del cavallo allo sperone è di inibizione: il cavallo si contrae, si blocca e spesso si ferma del tutto. Lo sperone deve essere considerato alla stregua di una gamba molto più precisa: è un elemento molto piccolo, che puoi usare in molti modi diversi, toccando una o più volte, con azioni vibranti, con pressione costante, all'altezza del sottopancia, o in posizione arretrata, con una gamba, con due, insomma esiste un linguaggio molto ricco.
Il cavallo giovane necessita all'inizio di una buona educazione alla gamba, una gamba da apprendere tramite l'uso della frusta, per reagire in avanti o per dare le anche (lezione alle gambe o lezione alla gamba isolata, ndr), e quando questo è abbastanza chiaro, allora è possibile cominciare con gli speroni. Il primo passo è quello di fare sì che il cavallo non abbia paura degli speroni. Da fermo, con speroni dolci, si appoggiano entrambi al costato del cavallo dolcemente, all'altezza del sottopancia: il cavallo non deve agitare la coda, incappucciarsi, scappare, muoversi, ecc. In questo modo il cavallo si può dire che conosce gli speroni, non ci si basa sull'effetto sorpresa di essi che lo mette nel panico. Quando questo è accettato tu li puoi usare per muoverlo in avanti (rilasciandoli quando il movimento è avvenuto).
E se il cavallo non reagisce a una richiesta franca degli speroni, preceduta da una richiesta leggera, allora è tramite la frusta che occorre fare regire il cavallo, e molto in avanti!
Questa è un'altra lezione di Baucher...
Questo signore era davvero chiaro...
E quando si monta un cavallo che ha bisogno di aiuti di speroni molto chiari, si comincia con una azione dolce e poi si passa ad una più decisa. Gli speroni non sono da usare come rimpiazzo ad una gamba alla quale lui non obbedisce. Sono un aggiunta per gambe di cui si ha già compreso il significato .
Il cavallo ha bisogno di comprendere il significato degli speroni. Il cavallo ha bisogno di capire."

Ovviamente l'impulso, traducendosi in una reattività alle gambe, non c'entra nulla con l'attività, che invece è una specifica condizione di un cavallo che si impegna nell'andatura che sta tenendo, che si mantiene inalterata strada facendo. L'attività è conseguenza della reattività.
Per esempio, ho un cavallo che non risponde in avanti, pigro, che vuole essere sempre sostenuto con le gambe, che si trascina per il campo senza attività; se eseguo una corretta lezione alla gamba, il cavallo reagirà finalmente alle gambe senza usare la frusta e, se non sostengo continuamente l'andatura con le gambe ma intervengo al minimo rallentamento con la frusta (nel modo giusto), posso ottenere un cavallo non solo pronto ad andare in avanti ogni volta che glielo chiedo, ma anche che rimane attivo e mantiene il suo passo o il suo trotto o il suo galoppo senza che io stia sempre lì a chiederglielo.

Spesso l'impulso viene identificato con l'attività, e la FEI, per esempio, considera impulso (lo schwung) proprio quella energia che il cavallo sprigiona andando in avanti, che in realtà è un'attività pressoché innata nel cavallo, caratteristica peraltro dei cavalli dotati. In sostanza una qualità che c'è o non c'è, ma che si può comprare, praticamente. E di solito ai cavalli che costano molto questo schwung non manca...

A tal proposito ecco un esempio. Confronto fra due cavalli in una gara di dressage che affrontano un trotto medio su di un cambiamento diagonale: il primo cavallo, uscendo dall'angolo al trotto di lavoro, comincia immediatamente ad avanzare in un trotto medio senza sforzo, anche se modesto, con il cavaliere che non mostra minimamente di scomporsi, aiuti invisibili, gambe che rimangono al loro posto; il secondo cavallo, uscendo dall'angolo al trotto di lavoro, lentamente, macchinosamente, e con un appariscente uso di speroni e movimento del busto del cavaliere, avanza sulla diagonale fino ad arrivare ad un trotto medio spettacolare. Quale è il cavallo che ha più impulso?
Naturalmente il primo, perché il cavaliere non fa nessun sforzo per cambiare...marcia, mentre il secondo richiede da parte del cavaliere un gran uso di speroni. In compenso il secondo ha più schwung, perché rispetto al primo dispone naturalmente di un trotto medio spettacolare.
In termini di addestramento, se il secondo cavallo è più dotato, il primo è certamente meglio addestrato... e dovrebbe prendere più punti! Cosa che non accade mai, peraltro.
Il cavaliere, fra le altre cose, non può creare l'impulso con il bacino o con la spinta delle reni. Stando sopra il cavallo, egli non può spingere il cavallo da dietro in avanti: se salgo sopra una carriola non riesco ugualmente a mandarla in avanti con la spinta del mio bacino... dovrei scendere e spingerla da dietro; la stessa cosa dovrei fare con il cavallo, se voglio spingerlo: scendere, e spingerlo da dietro!
Il cavaliere non può nemmeno influire con il suo assetto se non assecondando il movimento in avanti. Ogni volta che chiedo al cavallo di avanzare molto, è bene avanzare anche con le spalle, per accordare il mio assetto con la mia richiesta di andare in avanti.

L'impulso è un ingrediente fondamentale nello studio della riunione: quando si prepara il piaffer è necessario avere l'impulso in quantità... illimitata. Le transizioni a salire (alt-trotto, passi indietro-trotto), che conducono al piaffer devono essere realizzate con il cavallo che reagisce alle gambe in maniera esplosiva. In questo modo si crea una situazione mentale, nel cavallo, di estrema voglia di avanzare che è contenuta da un equilibrio che lo mantiene sul posto. Si ottiene quindi il piaffer.
Questo per dire che l'impulso, qualità specifica della Leggerezza, deve essere presente dall'inizio alla fine dell'addestramento. E' un ingrediente fondamentale del quale non si può mai fare a meno, in nessuna tappa del processo addestrativo.

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